GESU' FIGLIO DI DIO NOSTRO SALVATORE

GESU' FIGLIO DI DIO NOSTRO SALVATORE
Gesù non ha bisogno di noi, noi abbiamo bisogno di Lui!

IL VECCHIO E NUOVO TESTAMENTO,LA PATRISTICA, SANTI CRISTIANI,PREGHIERE,LITURGIA E SPIRITUALITA' CRISTIANA.

giovedì 22 maggio 2008

LA BENEDIZIONE DELLE ROSE DI SANTA RITA

BENEDIZIONE DELLE ROSE




INZIO E SALUTO


Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.


Amen.


Dio fonte di Santità, che ci chiama ad essere santi, sia con tutti voi.

E con il tuo Spirito.


MOZIONE INTRODUTTIVA


La benedizione delle rose, che stiamo per compiere, ricorda un episodio della vita di Santa Rita. La Santa, nel gennaio 1457, mentre era malata nella sua cella monastica di Cascia, chiese ad una cugina di portarle da Roccaporena una rosa della sua terra.

La tradizione afferma che Dio esaudì questo desiderio e la parente di Rita poté raccogliere per lei una rosa sbocciata in inverno, tra la neve.

Noi invochiamo il Signore che concede generosamente grazie spirituali e materiali a chi Lo invoca, perché si degni di benedire queste rose, che sono per noi un omaggio alla memoria di Santa Rita. Ella ebbe miracolosamente una rosa a conforto della spina che l'associò per quindici anni alla passione redentiva di Gesù.

Anche a noi queste rose portino speranza, fotezza, salute, gioia e pace nell'imitazione di Santa Rita.



LETTURA DELLA PAROLA DI DIO


Ascoltate la parola di Dio dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi

(1 Cor 13, 1-7).


L'inno dell'amore


Se io so parlare le lingue degli uomini e degli angeli

ma non posseggo l'amore:

sono come una campana che suona

come un tamburo che rimbomba.


Se ho il dono di essere profeta

di svelare tutti i segreti

se ho il dono di tutta la scienza

anche se ho una fede che smuove i monti:

se non ho amore

che vale?


Se distribuisco ai poveri tutti i miei averi

E come martire lasciò bruciare il mio corpo:

senza l'amore

niente io ho.


Chi ama è paziente e premuroso.

Chi ama no è geloso

Non si vanta

Non si gonfia di orgoglio.


Chi ama è rispettoso

non va in cerca del proprio interesse

non conosce la collera

dimentica i torti.


Chi ama rifiuta l'ingiustizia

La verità è la sua gioia.


Chi ama, tutto scusa

di tutti ha fiducia

tutto sopporta

non perde mai la speranza.



PREGHIERA DEI FEDELI


Fratelli e sorelle, invochiamo Dio nostro Padre, con profonda devozione perché ci benedica, ci guidi e ci sostenga sempre con la forza del suo Spirito.


Diciamo: Benedici il tuo popolo, Signore.



O Dio dell'amore, tu hai accompagnato con la tua grazia il cammino di S. Rita, sostieni anche noi perché viviamo con impegno la vocazione alla Santità.
Preghiamo


O Dio della tenerezza, tu hai dato a Rita una rosa come delicato segno del tuo amore, fa che anche noi diventiamo strumenti di consolazione e di pace.
Preghiamo

O Dio di ogni bellezza, questi fiori e tutto il creato ci parlano di te, aiutaci ad essere nel mondo di ogni profumo e richiamo di Cristo.
Preghiamo


O Dio di ogni consolazione, S. Rita ha camminato con fede tra le spine della vita, donaci serenità e fortezza nell'ora del dolore.
Preghiamo


Rivolgiamoci ora a Dio Padre, recitando insieme la preghiera che Gesù ci ha insegnato:


Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, ,rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Amen



PREGHIAMO


O Dio, ricco di misericordia e fonte di ogni consolazione, effondi la Tua benedizione + su queste rose e su quelli che le riceveranno, perché, nel ricordo del prodigio della rossa che tu donasti a Santa Rita a conforto della spina, che l'associò per quindici anni alla Passione redentiva di Gesù, siamo ricolmi delle Tue grazie e rendano testimonianza a Cristo Risorto:

Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen


Si aspergono le rose con l'acqua benedetta.


CONCLUSIONE


Converti a te il cuore dei tuoi fedeli, e per l'intercessione di Santa Rita custodisci tutti noi sotto la tua protezione.

Per Cristo nostro Signore. Amen


E la benedizione di Dio onnipotente,

Padre e Figlio + e Spirito Santo,

discenda su di voi rimanga sempre. Amen




Pentecoste 1994 +ANTONIO AMBROSANIO

Festa di S. Rita arcivescovo di Spoleto - Norcia

SANTA RITA DA CASCIA

SANTA RITA DA CASCIA



Fra le tante stranezze o fatti strepitosi che accompagnano la vita dei santi, prima e dopo la morte, ce n'è uno in particolare che riguarda s. Rita da Cascia, una delle sante più venerate in Italia e nel mondo cattolico, ed è che essa è stata beatificata ben 180 anni dopo la sua morte e addirittura proclamata santa a 453 anni dalla morte.
Quindi una santa che ha avuto un cammino ufficiale per la sua canonizzazione molto lento (si pensi che sant’Antonio di Padova fu proclamato santo un anno dopo la morte), ma nonostante ciò s. Rita è stata ed è una delle più venerate ed invocate figure della santità cattolica, per i prodigi operati e per la sua umanissima vicenda terrena.
Rita ha il titolo di “santa dei casi impossibili”, cioè di quei casi clinici o di vita, per cui non ci sono più speranze e che con la sua intercessione, tante volte miracolosamente si sono risolti.
Nacque intorno al 1381 a Roccaporena, un villaggio montano a 710 metri s. m. nel Comune di Cascia, in provincia di Perugia; i suoi genitori Antonio Lottius e Amata Ferri erano già in età matura quando si sposarono e solo dopo dodici anni di vane attese, nacque Rita, accolta come un dono della Provvidenza.
La vita di Rita fu intessuta di fatti prodigiosi, che la tradizione, più che le poche notizie certe che possediamo, ci hanno tramandato; ma come in tutte le leggende c’è alla base senz’altro un fondo di verità.
Si racconta quindi che la madre molto devota, ebbe la visione di un angelo che le annunciava la tardiva gravidanza, che avrebbero ricevuto una figlia e che avrebbero dovuto chiamarla Rita; in ciò c’è una similitudine con s. Giovanni Battista, anch’egli nato da genitori anziani e con il nome suggerito da una visione.
Poiché a Roccaporena mancava una chiesa con fonte battesimale, la piccola Rita venne battezzata nella chiesa di S. Maria della Plebe a Cascia e alla sua infanzia è legato un fatto prodigioso; dopo qualche mese, i genitori, presero a portare la neonata con loro durante il lavoro nei campi, riponendola in un cestello di vimini poco distante.
E un giorno mentre la piccola riposava all’ombra di un albero, mentre i genitori stavano un po’ più lontani, uno sciame di api le circondò la testa senza pungerla, anzi alcune di esse entrarono nella boccuccia aperta depositandovi del miele. Nel frattempo un contadino che si era ferito con la falce ad una mano, lasciò il lavoro per correre a Cascia per farsi medicare; passando davanti al cestello e visto la scena, prese a cacciare via le api e qui avvenne la seconda fase del prodigio, man mano che scuoteva le braccia per farle andare via, la ferita si rimarginò completamente. L’uomo gridò al miracolo e con lui tutti gli abitanti di Roccaporena, che seppero del prodigio.
Rita crebbe nell’ubbidienza ai genitori, i quali a loro volta inculcarono nella figlia tanto attesa, i più vivi sentimenti religiosi; visse un’infanzia e un’adolescenza nel tranquillo borgo di Roccaporena, dove la sua famiglia aveva una posizione comunque benestante e con un certo prestigio legale, perché a quanto sembra ai membri della casata Lottius, veniva attribuita la carica di ‘pacieri’ nelle controversie civili e penali del borgo.
Già dai primi anni dell’adolescenza Rita manifestò apertamente la sua vocazione ad una vita religiosa, infatti ogni volta che le era possibile, si ritirava nel piccolo oratorio, fatto costruire in casa con il consenso dei genitori, oppure correva al monastero di Santa Maria Maddalena nella vicina Cascia, dove forse era suora una sua parente.
Frequentava anche la chiesa di S. Agostino, scegliendo come suoi protettori i santi che lì si veneravano, oltre s. Agostino, s. Giovanni Battista e Nicola da Tolentino, canonizzato poi nel 1446. Aveva tredici anni quando i genitori, forse obbligati a farlo, la promisero in matrimonio a Fernando Mancini, un giovane del borgo, conosciuto per il suo carattere forte, impetuoso, perfino secondo alcuni studiosi, brutale e violento.
Rita non ne fu entusiasta, perché altre erano le sue aspirazioni, ma in quell’epoca il matrimonio non era tanto stabilito dalla scelta dei fidanzati, quando dagli interessi delle famiglie, pertanto ella dovette cedere alle insistenze dei genitori e andò sposa a quel giovane ufficiale che comandava la guarnigione di Collegiacone, del quale “fu vittima e moglie”, come fu poi detto.
Da lui sopportò con pazienza ogni maltrattamento, senza mai lamentarsi, chiedendogli con ubbidienza perfino il permesso di andare in chiesa. Con la nascita di due gemelli e la sua perseveranza di rispondere con la dolcezza alla violenza, riuscì a trasformare con il tempo il carattere del marito e renderlo più docile; fu un cambiamento che fece gioire tutta Roccaporena, che per anni ne aveva dovuto subire le angherie.
I figli Giangiacomo Antonio e Paolo Maria, crebbero educati da Rita Lottius secondo i principi che le erano stati inculcati dai suoi genitori, ma essi purtroppo assimilarono anche gli ideali e regole della comunità casciana, che fra l’altro riteneva legittima la vendetta.
E venne dopo qualche anno, in un periodo non precisato, che a Rita morirono i due anziani genitori e poi il marito fu ucciso in un’imboscata una sera mentre tornava a casa da Cascia; fu opera senz’altro di qualcuno che non gli aveva perdonato le precedenti violenze subite.
Ai figli ormai quindicenni, cercò di nascondere la morte violenta del padre, ma da quel drammatico giorno, visse con il timore della perdita anche dei figli, perché aveva saputo che gli uccisori del marito, erano decisi ad eliminare gli appartenenti al cognome Mancini; nello stesso tempo i suoi cognati erano decisi a vendicare l’uccisione di Fernando Mancini e quindi anche i figli sarebbero stati coinvolti nella faida di vendette che ne sarebbe seguita.
Narra la leggenda che Rita per sottrarli a questa sorte, abbia pregato Cristo di non permettere che le anime dei suoi figli si perdessero, ma piuttosto di toglierli dal mondo, “Io te li dono. Fà di loro secondo la tua volontà”. Comunque un anno dopo i due fratelli si ammalarono e morirono, fra il dolore cocente della madre.
A questo punto inserisco una riflessione personale, sono del Sud Italia e in alcune regioni, esistono realtà di malavita organizzata, ma in alcuni paesi anche faide familiari, proprio come al tempo di s. Rita, che periodicamente lasciano sul terreno morti di ambo le parti. Solo che oggi abbiamo sempre più spesso donne che nell’attività malavitosa, si sostituiscono agli uomini uccisi, imprigionati o fuggitivi; oppure ad istigare altri familiari o componenti delle bande a vendicarsi, quindi abbiamo donne di mafia, di camorra, di ‘ndrangheta, di faide familiari, ecc.
Al contrario di s. Rita che pur di spezzare l’incipiente faida creatasi, chiese a Dio di riprendersi i figli, purché non si macchiassero a loro volta della vendetta e dell’omicidio.
S. Rita è un modello di donna adatto per i tempi duri. I suoi furono giorni di un secolo tragico per le lotte fratricide, le pestilenze, le carestie, con gli eserciti di ventura che invadevano di continuo l’Italia e anche se nella bella Valnerina questi eserciti non passarono, nondimeno la fame era presente.
Poi la violenza delle faide locali aggredì l’esistenza di Rita Lottius, distruggendo quello che si era costruito; ma lei non si abbatté, non passò il resto dei suoi giorni a piangere, ma ebbe il coraggio di lottare, per fermare la vendetta e scegliere la pace. Venne circondata subito di una buona fama, la gente di Roccaporena la cercava come popolare giudice di pace, in quel covo di vipere che erano i Comuni medioevali. Esempio fulgido di un ruolo determinante ed attivo della donna, nel campo sociale, della pace, della giustizia.
Ormai libera da vincoli familiari, si rivolse alle Suore Agostiniane del monastero di S. Maria Maddalena di Cascia per essere accolta fra loro; ma fu respinta per tre volte, nonostante le sue suppliche. I motivi non sono chiari, ma sembra che le Suore temessero di essere coinvolte nella faida tra famiglie del luogo e solo dopo una riappacificazione, avvenuta pubblicamente fra i fratelli del marito ed i suoi uccisori, essa venne accettata nel monastero.
Per la tradizione, l’ingresso avvenne per un fatto miracoloso, si narra che una notte, Rita come al solito, si era recata a pregare sullo “Scoglio” (specie di sperone di montagna che s’innalza per un centinaio di metri al disopra del villaggio di Roccaporena), qui ebbe la visione dei suoi tre santi protettori già citati, che la trasportarono a Cascia, introducendola nel monastero, si cita l’anno 1407; quando le suore la videro in orazione nel loro coro, nonostante tutte le porte chiuse, convinte dal prodigio e dal suo sorriso, l’accolsero fra loro.
Quando avvenne ciò Rita era intorno ai trent’anni e benché fosse illetterata, fu ammessa fra le monache coriste, cioè quelle suore che sapendo leggere potevano recitare l’Ufficio divino, ma evidentemente per Rita fu fatta un’eccezione, sostituendo l’ufficio divino con altre orazioni.
La nuova suora s’inserì nella comunità conducendo una vita di esemplare santità, praticando carità e pietà e tante penitenze, che in breve suscitò l’ammirazione delle consorelle. Devotissima alla Passione di Cristo, desiderò di condividerne i dolori e questo costituì il tema principale delle sue meditazioni e preghiere.
Gesù l’esaudì e un giorno nel 1432, mentre era in contemplazione davanti al Crocifisso, sentì una spina della corona del Cristo conficcarsi nella fronte, producendole una profonda piaga, che poi divenne purulenta e putrescente, costringendola ad una continua segregazione.
La ferita scomparve soltanto in occasione di un suo pellegrinaggio a Roma, fatto per perorare la causa di canonizzazione di s. Nicola da Tolentino, sospesa dal secolo precedente; ciò le permise di circolare fra la gente.
Si era talmente immedesimata nella Croce, che visse nella sofferenza gli ultimi quindici anni, logorata dalle fatiche, dalle sofferenze, ma anche dai digiuni e dall’uso dei flagelli, che erano tanti e di varie specie; negli ultimi quattro anni si cibava così poco, che forse la Comunione eucaristica era il suo unico sostentamento e fu costretta a restare coricata sul suo giaciglio.
E in questa fase finale della sua vita, avvenne un altro prodigio, essendo immobile a letto, ricevé la visita di una parente, che nel congedarsi le chiese se desiderava qualcosa della sua casa di Roccaporena e Rita rispose che le sarebbe piaciuto avere una rosa dall’orto, ma la parente obiettò che si era in pieno inverno e quindi ciò non era possibile, ma Rita insisté.
Tornata a Roccaporena la parente si recò nell’orticello e in mezzo ad un rosaio, vide una bella rosa sbocciata, stupita la colse e la portò da Rita a Cascia, la quale ringraziando la consegnò alle meravigliate consorelle.
Così la santa vedova, madre, suora, divenne la santa della ‘Spina’ e la santa della ‘Rosa’; nel giorno della sua festa questi fiori vengono benedetti e distribuiti ai fedeli.
Il 22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le campane da sole suonavano a festa, annunciando la sua ‘nascita’ al cielo. Si narra che il giorno dei funerali, quando ormai si era sparsa la voce dei miracoli attorno al suo corpo, comparvero delle api nere, che si annidarono nelle mura del convento e ancora oggi sono lì, sono api che non hanno un alveare, non fanno miele e da cinque secoli si riproducono fra quelle mura.
Per singolare privilegio il suo corpo non fu mai sepolto, in qualche modo trattato secondo le tecniche di allora, fu deposto in una cassa di cipresso, poi andata persa in un successivo incendio, mentre il corpo miracolosamente ne uscì indenne e riposto in un artistico sarcofago ligneo, opera di Cesco Barbari, un falegname di Cascia, devoto risanato per intercessione della santa.
Sul sarcofago sono vari dipinti di Antonio da Norcia (1457), sul coperchio è dipinta la santa in abito agostiniano, stesa nel sonno della morte su un drappo stellato; il sarcofago è oggi conservato nella nuova basilica costruita nel 1937-1947; anche il corpo riposa incorrotto in un’urna trasparente, esposto alla venerazione degli innumerevoli fedeli, nella cappella della santa nella Basilica-Santuario di S. Rita a Cascia.
Accanto al cuscino è dipinta una lunga iscrizione metrica che accenna alla vita della “Gemma dell’Umbria”, al suo amore per la Croce e agli altri episodi della sua vita di monaca santa; l’epitaffio è in antico umbro ed è di grande interesse quindi per conoscere il profilo spirituale di S. Rita.
Bisogna dire che il corpo rimasto prodigiosamente incorrotto e a differenza di quello di altri santi, non si è incartapecorito, appare come una persona morta da poco e non presenta sulla fronte la famosa piaga della spina, che si rimarginò inspiegabilmente dopo la morte.
Tutto ciò è documentato dalle relazioni mediche effettuate durante il processo per la beatificazione, avvenuta nel 1627 con papa Urbano VIII; il culto proseguì ininterrotto per la santa chiamata “la Rosa di Roccaporena”; il 24 maggio 1900 papa Leone XIII la canonizzò solennemente.
Al suo nome vennero intitolate tante iniziative assistenziali, monasteri, chiese in tutto il mondo; è sorta anche una pia unione denominata “Opera di S. Rita” preposta al culto della santa, alla sua conoscenza, ai continui pellegrinaggi e fra le tante sue realizzazioni effettuate, la cappella della sua casa, la cappella del “Sacro Scoglio” dove pregava, il santuario di Roccaporena, l’Orfanotrofio, la Casa del Pellegrino.
Il cuore del culto comunque resta il Santuario ed il monastero di Cascia, che con Assisi, Norcia, Cortona, costituiscono le culle della grande santità umbra.


Autore: Antonio Borrelli



http://www.santiebeati.it/dettaglio/32950

LA SANTA TRINITA' IN SAN MATTEO

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

LA SANTA TRINITA' DAL VANGELO SECONDO MATTEO
Analisi di Giuliano Lattes e Martino Gerber studiosi biblisti.

***************************************************************************

Vediamo chiaramente descritta la Santa Trinita' durante il Battesimo di Gesù.
Vangelo di Matteo : 3,13-17.

Battesimo di Gesù
[13]In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.

[14]Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?».

[15]Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì.

[16]Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.

[17]Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».

***********************************************************************************************************************************

In questo evento evangelico vediamo che Dio si manifesta in tre persone distinte; il Figlio-Dio Gesù che esce dal Giordano,

lo Spirito Santo-Dio che come una colomba viene su Gesù, e una voce viene dal cielo, la voce di Dio-Padre.

********************************************************************************************************************************

Ora Gesù stesso svela la Santa Trinita'; Vangelo di Matteo : 28,18-20



Apparizione in Galilea e missione universale
[16]Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.

[17]Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.

[18]E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.

[19]Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo,

[20]insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

************************************************************************************************************************************************

In questo evento evangelico vediamo che Gesù insegna il Battesimo nel nome di Dio, che è nello stesso tempo Padre, Figlio e Spirito Santo.

Quindi la Santa Trinita' e' una verità evangelica.

LA SANTA TRINITA' IN SAN LUCA

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

LA SANTA TRINITA' DAL VANGELO DI SAN LUCA : 1,26-38

Analisi di Giuliano Lattes e Martino Gerber studiosi biblisti.

***********************************************************************************
La grandezza di Maria ed il suo legame con la Santa Trinità.

VANGELO DI SAN LUCA : 1,26-38

L'annunciazione
[26]Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,

[27]a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.

[28]Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».

[29]A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.

[30]L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.

[31]Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. [32]Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo;

il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre [33]e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

[34]Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». [35]Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te,

su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.

[36]Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:

[37]nulla è impossibile a Dio». [38]Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

************************************************************************************************************************************************

Ecco il legame tra Maria e la Santa Trinità , vediamo che Maria darà alla luce il Figlio di Dio, quindi il Figlio-Dio; nel versetto : 1,32- e 1,35.

Il concepimento avverrà tramite lo Spirito Santo che scenderà sopra di lei, quindi lo Spirito Santo-Dio, nel versetto : 1,35,

e vediamo che la potenza dell'Altissimo la coprirà con la sua ombra, quindi Dio-Padre coprirà Maria con la sua ombra, nel versetto : 1,35.

Quindi Maria mentre è in attesa di dare alla luce il suo primogenito, vediamo che il bambino, il Figlio di Dio, viene concepito mediante lo Spirito Santo,

mentre l'Altissimo stesso è presente coprendo Maria con la sua ombra.

Quindi Maria è veramente piena di grazia come dice l'Angelo Gabriele nel versetto : 1,28.

Quindi colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio, versetto : 1,35.

http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

venerdì 16 maggio 2008

LA PENTECOSTE

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

Atti - Capitolo 2,1-48

La Pentecoste
[1]Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.

[2]Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.

[3]Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro;

[4]ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.

[5]Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo.

[6]Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.

[7]Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei?

[8]E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? [9]Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia,

della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, [10]della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma,

[11]Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio».

[12]Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: «Che significa questo?». [13]Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto».

Discorso di Pietro alla folla
[14]Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme,

vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: [15]Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino.

[16]Accade invece quello che predisse il profeta Gioele:

[17]Negli ultimi giorni, dice il Signore,

Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,
i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni.
[18]E anche sui miei servi e sulle mie serve
in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi
profeteranno.
[19]Farò prodigi in alto nel cielo
e segni in basso sulla terra,
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
[20]Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue,
prima che giunga il giorno del Signore,
giorno grande e splendido.
[21]Allora chiunque invocherà il nome del Signore
sarà salvato.

[22]Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli,

prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -,

[23]dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi,

voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. [24]Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte,

perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. [25]Dice infatti Davide a suo riguardo:

Contemplavo sempre il Signore innanzi a me;
poiché egli sta alla mia destra, perché io non
vacilli.
[26]Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la
mia lingua;
ed anche la mia carne riposerà nella speranza,
[27]perché tu non abbandonerai l'anima mia negli
inferi,
né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.
[28]Mi hai fatto conoscere le vie della vita,
mi colmerai di gioia con la tua presenza.

[29]Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi.

[30]Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente,

[31]previde la risurrezione di Cristo e ne parlò:

questi non fu abbandonato negli inferi,
né la sua carne vide corruzione.

[32]Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.

[33]Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso,

lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire. [34]Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice:

Disse il Signore al mio Signore:
siedi alla mia destra,
[35]finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi.

[36]Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!».

Le prime conversioni
[37]All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».

[38]E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati;

dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. [39]Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».

[40]Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa».

[41]Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.

La prima comunità cristiana
[42]Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.

[43]Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.

[44]Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune;

[45]chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.

[46]Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore,

[47]lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. [48]Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

CITAZIONI-BIBBIA-CEI

http://www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/51-AttiPage.htm

http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

PER SALVARSI BISOGNA CREDERE IN GESU'

EBREI PER GESU'

PER SALVARSI BISOGNA CREDERE IN GESU'

Analisi di Giuliano Lattes e Martino Gerber studiosi biblisti

DAL VANGELO DI LUCA: 3,1-18

Predicazione di Giovanni Battista
[1]Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea,

Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène,

[2]sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.

[3]Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati,

[4]com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
[5]Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.
[6]Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

[7]Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente?

[8]Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre!

Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre.

[9]Anzi, la scure è gia posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco».

[10]Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?».

[11]Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

[12]Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?».

[13]Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».

[14]Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?».

Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe».

[15]Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo,

[16]Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua;

ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

[17]Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile».

[18]Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.

Giovanni il Battista esortava gli ebrei alla conversione, cioè a rispettare le leggi divine date a Mosè.

**********************************************************************************************************************************

Dopo arriva Gesù il Messia tanto atteso, ecco che Gesù percorre tutta la palestina, predicando la conversione e il Regno dei Cieli.

Ecco come Gesù avverte gli ebrei che non si vogliono convertire.

DAL VANGELO DI MATTEO: 11,20-24



Sventura alle città delle sponde del lago
[20]Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli,

perché non si erano convertite: [21]«Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché,

se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza,

ravvolte nel cilicio e nella cenere. [22]Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. [23]E tu, Cafarnao,

sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai!

Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe!

[24]Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!».

**************************************************************************************************

Dopo essere risorto Gesù avverte tutti gli uomini del mondo che per salvarsi si devono convertire e credere in Lui.

DAL VANGELO DI MARCO: 16,14-20

Apparizioni di Gesù risuscitato

[14]Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa,

e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.

[15]Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.

[16]Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.

[17]E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,

[18]prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

[19]Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.

[20]Allora essi partirono e predicarono dappertutto,

mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.

http://groups.google.com/group/ebrei-per-gesu?hl=it

domenica 4 maggio 2008

L'ASCENSIONE DI GESU' EIL SUO GLORIOSO RITORNO

GESU' ASCENDE IN CIELO

DAL CENTRO ANTI-BLASFEMIA



Atti degli Apostoli - Capitolo 1,1-14


[1]Nel mio primo libro ho gia trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio

[2]fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.

[3]Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando

del regno di Dio. [4]Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme,

ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me:

[5]Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni».

[6]Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?».

[7]Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta,

[8]ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme,

in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».

[9]Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo.

[10]E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero:

[11]«Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo,

tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».

[12]Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.

[13]Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso,

Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo.

[14]Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.

*************************************************************************************************************************************************************

UN MESSAGGIO PER NOI



"Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà
nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo" (Atti 1:11);
"Allora vi sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal
principio del mondo fino ad ora né mai più vi sarà. E se quei giorni non
fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo degli eletti
quei giorni saranno abbreviati. E allora apparirà nel cielo il segno del
Figlio dell'uomo; e tutte le nazioni della terra faranno cordoglio e
vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e
grande gloria" (Matteo 24:21-22,30; leggi tutto il capitolo 24 di Matteo, è
molto pertinente!);
"Ecco egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo
hanno trafitto; e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui"
(Apocalisse 1:7);
"Poi il Signore si farà avanti e combatterà contro quelle nazioni, come egli
combatté tante volte nel giorno della battaglia. In quel giorno i suoi piedi
si poseranno sul monte degli Ulivi, che sta di fronte a Gerusalemme, a
oriente, e il monte degli Ulivi si spaccherà a metà, da oriente a occidente,
tanto da formare una grande valle; metà del monte si ritirerà verso
settentrione e l'altra metà verso il meridione. Voi fuggirete.Il Signore, il
mio Dio, verrà e tutti i suoi santi con lui. In quel giorno non ci sarà più
luce; gli astri brillanti ritireranno il loro splendore. Sarà un giorno
unico, conosciuto dal Signore; non sarà né giorno né notte, ma verso sera ci
sarà luce" (Zaccaria 14:3-7);
...ci sono ancora molti altri riferimenti sul ritorno di Gesù.


http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

giovedì 1 maggio 2008

1-MAGGIO SAN GIUSEPPE ARTIGIANO

Giuseppe lavoratore. Il santo del silenzio e della devozione
Il giorno di San Giuseppe

Fu Pio XII ad istituire la memoria liturgica di San Giuseppe e a volerlo ricordare ogni 1° maggio. Come per tutti i lavoratori, questo è infatti un giorno di festa anche per il falegname di Nazareth. Uomo pieno di virtù. Tra cui la forza di accettare e di fare la volontà di Dio

Nel Vangelo Gesù è chiamato "il figlio del carpentiere". A San Giuseppe i testi sacri riconoscono la dignità del lavoro umano, come dovere e perfezionamento dell'uomo, esercizio benefico del suo dominio sul creato, servizio della comunità. Fu Pio XII, nel 1955, ad istituire la memoria liturgica di San Giuseppe nel contesto della festa dei lavoratori, universalmente celebrata il 1° maggio.
Sotto la protezione di San Giuseppe si sono posti ordini e congregazioni religiose, associazioni e pie unioni, sacerdoti e laici, dotti e ignoranti. Papa Giovanni XXIII, nel salire al soglio pontificio, aveva accarezzato l'idea di farsi chiamare Giuseppe, tanta era la devozione che lo legava al santo falegname di Nazareth. Nessun pontefice aveva mai scelto questo nome, che in verità non appartiene alla tradizione della Chiesa. Il nascondimento, nel corso della sua intera vita come dopo la sua morte, sembra quasi il segno distintivo di San Giuseppe. Il Nuovo Testamento non attribuisce a San Giuseppe neppure una parola. Quando comincia la vita pubblica di Gesù, egli è probabilmente già scomparso (alle nozze di Cana, infatti, non è menzionato), ma non si sa né dove nè quando sia morto. Il Vangelo gli conferisce l'appellativo di "giusto". Nel linguaggio biblico è detto "giusto" chi ama lo spirito e la lettera della Legge, come espressione della volontà di Dio. Giuseppe discende dalla casa di David; di lui si sa che era un artigiano che lavorava il legno. Non era affatto vecchio, come la tradizione agiografica e certa iconografia lo presentano. Al contrario, era un uomo nel fiore degli anni, dal cuore generoso e ricco di fede, indubbiamente innamorato di Maria. Con lei si fidanzò secondo gli usi e i costumi del suo tempo. Il fidanzamento per gli ebrei equivaleva al matrimonio, durava un anno e non dava luogo a coabitazione né a vita coniugale tra i due; alla fine si teneva la festa durante la quale s'introduceva la fidanzata in casa del fidanzato ed iniziava così la vita coniugale. Se nel frattempo veniva concepito un figlio, lo sposo copriva del suo nome il neonato; se la sposa era ritenuta colpevole di infedeltà poteva essere denunciata al tribunale locale. La procedura da rispettare era a dir poco infamante: la morte all'adultera era comminata mediante la lapidazione. Nel Vangelo di Matteo si legge che "Maria, essendo promessa sposa a Giuseppe, si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo, prima di essere venuti ad abitare insieme. Giuseppe, suo sposo, che era un uomo giusto e non voleva esporla all'infamia, pensò di rimandarla in segreto"(Mt 18-19). Mentre era ancora incerto sul da farsi, ecco l'Angelo del Signore a rassicurarlo: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt 1,20-21). Per amore di Maria Giuseppe accetta, forzando ogni prudenza terrena, e andando al di là delle convenzioni sociali e dei costumi del suo tempo. San Giuseppe è il primo devoto di Maria. Una volta conosciuta la sua missione, si consacra a lei con tutte le sue forze. Se Maria vive di fede, Giuseppe non le è da meno. Se Maria è modello di umiltà, in questa umiltà si specchia anche quella del suo sposo.
Fra tutti i santi l'umile falegname di Nazareth è quello più vicino a Gesù e Maria. Patrono universale della Chiesa per volere di Papa Pio IX, è conosciuto anche come patrono dei lavoratori nonché dei moribondi e delle anime purganti, ma il suo patrocinio si estende a tutte le necessità, sovviene a tutte le richieste. Giovanni Paolo II confessò di pregarlo ogni giorno. Additandolo alla devozione del popolo cristiano, in suo onore nel 1989 scrisse l'Esortazione apostolica Redemptoris Custos, aggiungendo il proprio nome a una lunga lista di devoti suoi predecessori: il beato Pio IX, S. Pio X, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI.
http://www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=2211